Nella puntata di “Presa Diretta” in onda domenica 06/03/2016 su Rai Tre è stato presentato il rischio sulla salute correlato a una cattiva alimentazione.
Le patologie che derivano dalle abitudini nutrizionali sbagliate hanno un forte impatto sul sistema sanitario nazionale, raggiungendo cifre dell’ ordine dei miliardi di euro.
Il dato più allarmante riguarda la frazione pediatrica della popolazione italiana, che ha ormai raggiunto la percentuale di obesità dei bambini americani.
I nostri medici sono ormai quotidianamente impegnati nella cura di bambini di soli 10 anni e già ammalati di diabete di tipo II e di varie tipologie di tumore, che normalmente sono considerate fisiologiche in età avanzata.
L’alimentazione dei bambini è generalmente sbagliata, basti pensare al fatto che solo un terzo dei bambini italiani assume una colazione corretta, mentre la metà di loro fanno una merenda eccessiva.
Il 41% dei genitori dichiara inoltre che i loro bambini ogni giorno bevono bibite zuccherate.
E’ ormai noto che il bambino obeso sarà in futuro un adulto obeso e malato, perché l’obesità è un fattore di rischio per la salute.
L’ invecchiamento è strettamente correlato con lo stato di obesità che compromette quindi la qualità della vita.
Anche se la vita media oggi si attesta attorno a 82 anni di età, in realtà si continua a vivere, ma da ammalati!
Questa situazione risulta giustificata quando si osserva che meno del 10% degli italiani seguono oggi la Dieta Mediterranea, cioè la dieta che sostiene la prevenzione delle principali patologie croniche del nostro tempo e che colpiscono normalmente i soggetti che seguono una alimentazione scorretta.
La sfida del futuro è quindi continuare a vivere a lungo mantenendo un buono stato di salute.
Durante la trasmissione è stato presentato uno studio molto interessante condotto dal gruppo di ricerca del Prof. Valter Longo, che ha studiato una popolazione di nani che soffrono della sindrome di Laron e che vivono in sperduti villaggi delle Ande in Ecuador.
Questa popolazione è interessante perché non si ammala mai di diabete o di tumori.
Il segreto sarebbe custodito nel loro genoma, con particolare riferimento all’ormone IGF-1 che regola l’accrescimento corporeo e la divisione della proliferazione cellulare.
Nella storia del genere umano non è mai stato osservato niente di simile.
Dallo studio è emerso che ciascuno di noi, in età adulta, dovrebbe limitare l’apporto di proteine animali (0.8 g/kg corporeo), mentre dopo i 50-60 anni una assunzione di proteine superiori al 20% ridurrebbe il rischio di mortalità.
Addirittura, secondo questo studio, l’invecchiamento e le patologie si possono contrastare con una dieta che “mima il digiuno”, ma che non è un digiuno effettivo.
Si tratta in realtà di una restrizione calorica, che dura 5 giorni consecutivi, e deve essere seguita sotto stretto controllo medico e poi ripetuta periodicamente.
Questa dieta ha lo scopo di attivare le cellule staminali che intervengono nella rigenerazione tessutale.
In questo modo si riesce a riprogrammare il corpo inducendo una modalità di invecchiamento più lenta.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista internazionale “Cell Metabolism” e interessa oltre 100 pazienti che hanno registrato una diminuzione dei danni da invecchiamento pari al 50%.
Tutti i risultati che si evincono dagli studi condotti sulle diverse popolazioni del nostro pianeta e nelle diverse fasce di età, fanno capire quanto noi possiamo intervenire sulla nostra salute sfruttando le conoscenze sull’alimentazione.
Il cibo che introduciamo quotidianamente agisce chimicamente nel nostro corpo entrando nelle vie metaboliche che regolano tutti i processi fisiologici.
Diventa quindi fondamentale avere la consapevolezza delle conseguenze di una alimentazione scorretta sul nostro stato di salute, che ha effetti sulla qualità della nostra vita e sulla nostra longevità.
Dunque imparare ad alimentarci in modo corretto è importante per avere l’opportunità di vivere bene e con buona probabilità anche a lungo.